IQNA

Lettera della Guida della Rivoluzione Islamica dell’Iran a tutti i giovani dei paesi occidentali

13:34 - February 09, 2016
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Notizie ID: 3480163
Col Nome d’Iddio, il Misericordioso, il Benevolo
A tutti i giovani dei paesi occidentali.
Gli amari eventi causati in Francia dal cieco terrorismo, mi hanno indotto, ancora una volta, a parlare con voi giovani.
Per me è assai rammarichevole che siano questo tipo di eventi a predisporre il terreno del dialogo, ma il fatto è che se le questioni dolorose non predispongono un terreno per cercare soluzioni e un mezzo per consultarsi, allora il danno diventa doppio.
La sofferenza di ogni essere umano, in ogni punto del mondo, è di per sé rattristante per i suoi simili. Vedere un bambino che perde la vita davanti ai suoi cari, una madre la cui famiglia passa dalla gioia al lutto, un marito che porta con fretta il corpo senza vita della moglie in un angolo, e lo spettatore che non sa che dopo alcuni istanti assisterà all’ultimo atto della sua vita, non sono scene che non suscitino le emozioni e i sentimenti umani. Chiunque provi un minimo di affetto e abbia un minimo di umanità, rimane turbato e addolorato nel vedere queste scene, sia che accadano in Francia, sia in Palestina, Iraq, Libano o Siria.
Sicuramente, anche un miliardo e mezzo di musulmani provano gli stessi sentimenti, e aborriscono e sono disgustati dai responsabili e dai mandanti di queste stragi, ma la questione è che, se i dolori di oggi non serviranno a costruire un futuro migliore e più sicuro, si ridurranno inevitabilmente solo in amari ed infruttuosi ricordi.
Io sono convinto che solo voi giovani potrete, traendo lezione dalle avversità di oggi, trovare nuove vie per costruire il futuro e chiudere i sentieri deviati che hanno portato l’Occidente al punto in cui si trova oggi.
Oggi il terrorismo è la nostra comune preoccupazione, ma dovete sapere che l’insicurezza e l’ansia che avete provato nel corso dei recenti attentati, presenta due principali differenze con le pene che patiscono da lunghi anni le genti dell’Iraq, dello Yemen, della Siria e dell’Afganistan. La prima principale differenza è che il mondo islamico è stato vittima del terrorismo e della violenza in dimensioni molto più estese, in quantità assai maggiore, e per un periodo molto più lungo. La seconda principale differenza è che, purtroppo, queste violenze sono state sempre appoggiate da alcune grandi potenze, con vari metodi e in maniera efficace.
Oggi, sono davvero poche le persone che ignorano il ruolo degli Stati Uniti d’America nel creare o rinforzare ed armare Al Qaeda, i Talebani e le loro nefaste continuazioni. Oltre a questo sostegno diretto, i palesi e noti sostenitori del terrorismo takfirita, pur avendo i sistemi politici più arretrati, sono costantemente schierati al fianco dei loro alleati occidentali, mentre le più avanzate e chiare idee procedenti dalle vive e dinamiche democrazie della nostra regione, vengono represse senza pietà. L’approccio doppiopesista dell’Occidente nei confronti del movimento di risveglio nel mondo islamico, è un chiaro esempio dell’incoerenza esistente nelle politiche dell’Occidente.
L’altro aspetto di questa incoerenza, si vede nel sostegno dato dall’Occidente al terrorismo di stato di Israele: l’oppresso popolo palestinese, è più di sessant’anni che subisce la peggiore forma di terrorismo. Se gli europei si rifugiano oggi nelle proprie abitazioni, per qualche giorno, evitando le adunate e i centri affollati, sono decenni che le famiglie palestinesi sono minacciate persino nelle proprie case, dalla macchina di morte e distruzione del Regime Sionista. Quale altra forma di violenza è oggi paragonabile, per intensità di crudeltà, all’usurpazione delle case dei palestinesi, perpetrata da questo regime, a favore dell’illecita costruzione di nuovi villaggi sionisti?! Questo regime, senza mai essere seriamente ed efficacemente ripreso dai suoi influenti alleati, o almeno dalle istituzioni internazionali solo all’apparenza indipendenti, demolisce ogni giorno le case dei palestinesi e distrugge i loro frutteti e le loro fattorie, senza nemmeno dare loro il tempo di portare vie le loro masserizie e raccogliere i prodotti delle loro terre, e tutto ciò avviene perlopiù davanti agli occhi terrorizzati e pieni di lacrime delle donne e dei bambini che assistono alle violente percosse e ai gravi ferimenti subiti dai membri della propria famiglia, in alcuni casi portati anche in terrificanti camere di tortura. Nel mondo di oggi, conoscete forse altra crudeltà di portata ed entità pari a questa, e per un periodo di tempo così lungo?
Se non è terrorismo crivellare in mezzo alla strada una donna, solo per aver protestato contro un soldato israeliano armato fino ai denti, allora che cos’è il terrorismo?! Questa barbarie non dovrebbe essere chiamata estremismo, visto che viene perpetrata dalla forza militare di un regime occupante?! O forse, solo perché queste scene sono state viste ripetutamente dagli schermi televisivi per sessant’anni, non dovrebbero più agitare le nostre coscienze?!
Le campagne militari occidentali degli ultimi anni, ai danni del mondo islamico, che da sole hanno provocato innumerevoli vittime, sono un altro esempio della logica contraddittoria dell’Occidente. I paesi aggrediti, oltre ai danni umani, hanno perso le loro infrastrutture economiche e industriali. Il loro movimento verso la crescita e lo sviluppo è stato fermato o rallentato, e in alcuni casi sono regrediti di decine di anni! Malgrado questo, viene loro sfacciatamente chiesto di non sentirsi oppressi! Come si può ridurre un paese in macerie, ridurre in cenere le sue città e i suoi paesi, e poi chiedere ‘cortesemente’ ai suoi abitanti di non sentirsi oppressi?! Invece di sollecitare a non capire o a dimenticare, non sarebbe meglio scusarsi sinceramente?! Il dolore patito in questi anni dal mondo islamico a causa della falsità e dell’ipocrisia degli invasori non è meno dei danni economici che ha subito!
Cari giovani! Io spero davvero che voi, oggi o in futuro, possiate cambiare questa mentalità corrotta dall’inganno, una mentalità la cui ‘arte’ è quella di riuscire, con l’inganno, a nascondere i suoi obiettivi a lungo termine e truccare i suoi subdoli scopi. Secondo me il primo passo per creare sicurezza e pace consiste nel correggere questa mentalità portatrice di violenza. Finché la politica dei due pesi e due misure avrà il dominio sulle politiche dell’Occidente, finché il terrorismo, nell’ottica dei suoi potenti sostenitori, sarà suddiviso in "buono” e "cattivo”, e fino al giorno in cui gli interessi dei governi saranno preferiti ai valori umani e morali, le radici della violenza non dovranno essere ricercare altrove.
Purtoppo, queste radici, nel corso di lunghi anni, si sono gradualmente radicate anche nelle profondità delle politiche culturali dell’Occidente, organizzando un’aggressione culturale "morbida” ai danni delle altre culture.
Molti paesi del mondo sono fieri della propria cultura nazionale e autoctona, culture che oltre ad essere rigogliose e feconde, hanno ben alimentato per centinaia di anni le società umane, e in ciò il mondo islamico non costituisce di certo un’eccezione. Tuttavia, nell’era attuale, il mondo occidentale, servendosi di mezzi avanzati, insiste nell’omologare e uniformare la cultura del mondo. Io ritengo l’imposizione della cultura occidentale alle altre nazioni, e il considerare inferiori e di poco conto le altre culture indipendenti, una violenza silente e assai dannosa. L’umiliazione delle culture ricche, e l’offesa dei loro più onorati elementi, accade mentre la cultura alternativa che viene proposta non possiede affatto i requisiti necessari per subentrare ad esse. Ad esempio, i due elementi ‘aggressività’ e ‘dissolutezza’, che purtroppo si sono trasformati nelle due componenti fondamentali della cultura occidentale, hanno diminuito la sua credibilità persino nei luoghi dove ha avuto origine.
Ora la domanda è questa: se noi non vogliamo una cultura aggressiva, volgare e che rifugge la spiritualità, siamo forse peccatori? Se cerchiamo di fermare il devastante diluvio che si dirige verso i nostri giovani sotto forma di prodotti pseudo-artistici, siamo forse colpevoli? Io non nego l’importanza e il valore dei legami culturali. Questi legami, ogni volta che si sono formati in condizioni naturali e col rispetto per la società che li riceveva, hanno donato crescita, prosperità e ricchezza. Al contrario, i legami disarmonici e imposti, non hanno mai avuto successo e hanno sempre creato danni. Devo dire con pieno dispiacere che abietti gruppi come l’ISIS, sono figli di queste infelici unioni con le culture importate. Se il problema fosse stato davvero dottrinale, nel mondo islamico si sarebbero dovuti vedere fenomeni del genere anche prima dell’era del colonialismo occidentale, mentre la storia attesta il contrario.
Sicure prove storiche dimostrano chiaramente come l’incontro del colonialismo occidentale con una mentalità estremista e reietta – che si trovava tra l’altro nel cuore di una tribù beduina – ha piantato il seme dell’estremismo in questa regione, se no com’è possibile che dal cuore di una delle più morali e umane dottrine religiose del mondo – nel cui Testo Fondamentale considera uccidere un essere umano equivalente ad uccidere l’intera umanità – esca una spazzatura come l’ISIS?!
Bisogna poi chiedersi come mai persone nate e formatesi intellettualmente e spiritualmente in Europa, vengano attratte da questi gruppi. Si può forse credere che le persone, con uno o due viaggi nelle zone di guerra, diventino improvvisamente così estremiste da crivellare e massacrare i propri connazionali?! Sicuramente non bisogna dimenticare l’effetto di una vita di insano alimento culturale in un ambiente corrotto e artefice di violenza. Bisogna condurre un’analisi completa in questo campo, un’analisi che scopra le contaminazioni palesi e nascoste della società. Forse l’odio profondo che, nel corso degli anni del boom industriale ed economico occidentale, è stato coltivato nel cuore degli individui di alcuni ceti delle società occidentali, dalle disuguaglianze e, probabilmente, dalle discriminazioni legali e strutturali, ha creato dei complessi che, di tanto in tanto, si manifestano morbosamente in questo modo.
In ogni caso, siete voi che dovete squarciare le coltri superficiali della vostra società, individuare e rimuovere i nodi e rancori esistenti in essa. Bisogna invero riparare le crepe piuttosto che renderle più profonde. Il grande errore nella lotta al terrorismo sono le reazioni affrettate che aumentano divisioni già esistenti. Qualsiasi azione emotiva e frettolosa che isoli, spaventi o agiti le comunità islamiche residenti in Europa e negli Stati Uniti, formate da milioni di persone attive e responsabili, e le privi ancor più di prima dei loro fondamentali diritti, emarginandole dalla società, non solo non risolverà il problema, ma aumenterà le distanze e amplierà i rancori.
Le misure superficiali e impulsive, soprattutto se legalizzate, non daranno altro frutto che aprire la strada a crisi future, per mezzo dell’aumento delle esistenti contrapposizioni. Secondo le notizie giunte, in alcuni paesi europei sono state approvate delle leggi che inducono i cittadini a spiare i musulmani. Questi comportamenti sono ingiusti, e tutti sappiamo che, volenti o nolenti, l’ingiustizia, prima o poi, si ritorce contro coloro che la commettono. Inoltre, i musulmani non meritano davvero queste ingratitudini.
Il mondo occidentale da secoli conosce bene i musulmani: sia quando gli occidentali sono stati ospitati nelle terre dell’Islam e hanno cucito lo sguardo sulle ricchezze del padrone di casa, sia quando sono stati loro ad ospitare i musulmani, utilizzandone il lavoro e l’ingegn, nella maggior parte dei casi non hanno visto che gentilezza e pazienza da parte dei mussulmani.
Chiedo pertanto a voi giovani di creare le basi per un rapporto giusto e dignitoso con il mondo islamico, basandovi su una corretta conoscenza, con una visone profonda, servendovi dalle passate esperienze negative. Così facendo, vedrete, in un futuro non molto lontano, che l’edificio che avrete costruito su queste solide basi, stenderà l’ombra della della certezza e della fiducia sulle teste dei propri architetti, donando loro il calore della sicurezza e della serenità, e illuminando il mondo intero con la luce della speranza in un futuro pieno di Luce.
Seyyed Alì Khamenei
8 Azar 1394 (egira solare) – 29 Novembre 2015
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