IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 11

10:41 - September 20, 2022
Notizie ID: 3488027
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 11

 

La preghiera di mezzogiorno del giorno di Ashurà

Giunse l’ora di eseguire la preghiera di mezzogiorno. Husseyn (as) ordinò a Zuhair Ibn Qain e a Sa´id Ibn Abdillah di proteggerlo, con metà degli uomini rimasti, in modo da metterlo in condizione di eseguire la preghiera. L’Imam (as) eseguí dunque, in congregazione con gli altri suoi compagni, la preghiera di mezzogiorno, nella particolare modalità prescritta durante la battaglia {salatu-l-khauf}.

Fu allora lanciata dal nemico una freccia verso Husseyn (as) e Sa´id Ibn Abdillah si mise dinanzi all’Imam (as) e lo difese con il proprio corpo; a un certo punto però non ce la fece piú a stare in piedi e cadde a terra. Disse allora: “O Dio maledici questa gente come facesti con gli ´Ad e i Thamud; porgi i miei saluti al Profeta e informalo delle ferite che ha subito il mio corpo. In verità, io ho aiutato la progenie del Tuo Profeta sperando di ottenere la Tua ricompensa”. Dopo aver pronunciato queste parole morí. Quando esaminarono accuratamente il suo cadavere, oltre alle ferite provocate dalle spade e dalle lance nemiche, in esso v’erano anche tredici lance conficcate.

Dopo Sa´id Ibn Abdillah fu la volta di Suwaid Ibn Umar Ibn Abi-l-mutà´, che era un uomo nobile e abituato a pregare molto. Scese in campo e, al pari di un leone, attaccò il nemico, sopportò le difficoltà e, alla fine, a causa della grande quantità di ferite che aveva subito, cadde a terra senza piú dare alcun segno di vita. Quando però sentí gli uomini di Ibn Ziad dire: “Husseyn è stato ucciso”, fu preso dall’agitazione: estrasse un pugnale dalla propria scarpa e riprese a combattere. Cadde infine martire.

Si narra che i compagni di Husseyn (as) facevano a gara per sacrificarsi per lui. Un poeta descrive questo stato d’animo con i seguenti versi: “I compagni di Husseyn erano quelli che quando venivano chiamati per risolvere una situazione difficile, indossavano i loro coraggiosi cuori sulle corazze e si gettavano nelle fauci della morte, nonostante i loro nemici, con in mano lance e armi, si fossero riuniti per ucciderli”

Il martirio d’°Alì Akbar

I fedeli compagni dell’Imam Husseyn (as) giacevano tutti per terra, con il corpo a brandelli; all’infuori della sua famiglia, delle persone che lo avevano accompagnato a Karbalà, non era piú rimasto nessuno.

°Alì Akbar, che era il piú bello e gentile di tutti, venne allora dal padre e gli chiese il permesso di andare a combattere. Husseyn (as) glielo concesse immediatamente. Lo osservò poi con uno sguardo di disperazione e non riuscí a trattenere le lacrime. A quel punto disse:

“O Dio, sii testimone che va incontro a questa armata un giovane che fisicamente, caratterialmente e nel modo di parlare assomiglia piú d’ogni altra persona al Tuo Inviato. Ogni volta che desideravamo rivedere il Tuo Profeta guardavamo questo giovane”. Scorse poi Umar Ibn Sa´d e gridò: “O figlio di Sa´d, che Iddio ti separi dai tuoi parenti come tu mi stai separando dai miei”.

Fu a questo punto che °Alì Akbar raggiunse il nemico e intraprese una coraggiosa battaglia. Si narra che, a dispetto della forte sete che lo tormentava, riuscí ad uccidere centoventi persone. Tornò poi dal padre e disse: “Nobile padre, la sete mi sta uccidendo e il peso delle armi mi sta sfinendo: c’è modo di avere un sorso d’acqua?”.

L’Imam Husseyn (as) pianse e rispose: “Ahimé! Caro figlio, torna e combatti ancora per un po’, molto vicino è infatti il momento in cui incontrerai il tuo bisnonno Muhammad, dal quale sarai dissetato in modo tale da non patire mai piú la sete”. °Alì Akbar, che era pronto per il martirio, tornò coraggiosamente nel campo di battaglia e sferrò un potentissimo attacco ai danni delle schiere nemiche; venne però improvvisamente colpito da una freccia lanciata da Munghiz Ibn Marrati-l-abdiyy (che Iddio lo maledica) e cadde a terra.

Chiamò per l’ultima volta il padre: «Amato padre, addio! La pace sia su di te! Ora il mio bisnonno Muhammad ti saluta e dice: “O Husseyn , affrettati a venire da noi”». Detto ciò, lanciò un ultimo grido e si spense. Husseyn (as) raggiunse il corpo senza vita d’°Alì Akbar e poggiò il proprio viso sul suo; disse dunque: “Che Iddio uccida i tuoi assassini. Quale affronto hanno fatto a Dio! Quanta mancanza di rispetto nei confronti dell’Inviato di Dio! Che questo infedele mondo vada in rovina dopo di te”

Si narra che dopo il martirio del valoroso °Alì Akbar, Zainab uscí dall’accampamento e si diresse verso il campo di battaglia: con voce disperata chiamava l’amato nipote; quando raggiunse il corpo senza vita d’°Alì Akbar si gettò su di esso. Arrivò allora Husseyn (as) e la ricondusse all’accampamento delle donne.

Dopo il martirio d’°Alì Akbar, i giovani della famiglia di Husseyn (as), uno dopo l’altro, andarono a combattere e alcuni di loro furono uccisi dall’esercito d’Ibn Ziad. In quel {difficile} momento, Husseyn (as) rincuorò i suoi familiari dicendo loro: “O miei cugini paterni, o membri della mia famiglia, abbiate pazienza! Giuro su Dio che dopo questo giorno non verrete mai piú umiliati”.

 

 

 

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