IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 12

8:03 - September 24, 2022
Notizie ID: 3488043
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 12

 

Il martirio di Qasim

Si narra che d’un tratto un giovane dallo splendido viso entrò nel campo di battaglia e iniziò a combattere: era Qasim, figlio dell’imam Hasan (as). Uno degli uomini dell’armata nemica, Ibn Fàzil, lo colpí sul capo provocandogli una profonda lacerazione del cranio. Il povero Qasim in seguito a questo colpo cadde a terra e gridò:

“Zio, soccorrimi!”. L’Imam Husseyn (as) entrò impetuosamente nel campo di battaglia e, al pari di un leone inferocito, aggredí gli uomini d’Ibn Ziad e colpí il vile Ibn Fazil con la propria spada; questi per difendersi alzò il braccio, che si amputò. Con un grido attirò l’attenzione dei suoi compagni e questi attaccarono per salvarlo, ma non fecero altro che investirlo sotto gli zoccoli dei propri cavalli, provocandone cosí la morte. Nel frattempo l’Imam Husseyn (as) aveva raggiunto il nipote ormai in fin di vita; il purissimo Imam (as) gli disse: “Possa la misericordia divina essere lontana da coloro che ti hanno ucciso; nel Giorno del Giudizio tuo bisnonno e tuo padre prevarranno sui tuoi assassini”.

Dopodiché disse: “Giuro su Dio che è doloroso vedere che tu chiami tuo zio ed egli non ti risponde oppure ti risponde ma nulla può fare per te. Giuro su Dio che oggi tuo zio ha molti nemici e pochi compagni”. Prese poi il ragazzo, lo abbracciò e lo depose tra i martiri della propria famiglia.

Quando Husseyn (as) vide che i giovani della sua famiglia e i suoi compagni giacevano morti a terra, si preparò a ricevere il martirio, a sacrificarsi sul sentiero di Dio; ad alta voce disse: “Esiste forse qualcuno disposto ad allontanare i nemici dal Santuario di Dio? Esiste forse qualche monoteista pronto, per timore di Dio, ad abbracciare la nostra causa? C’è forse qualcuno disposto ad aiutarci per amor di Dio”. Le donne sentirono queste parole e iniziarono a piangere e lamentarsi.

Il martirio del neonato figlio dell’Imam Husseyn (as)

Husseyn (as) entrò nell’accampamento sostando davanti alla tenda della sua nobile sorella Zainab, disse dunque alla nobile donna: “Dammi il mio piccolo bambino affinché possa dargli l’addio”. Prese in mano la piccola creatura e volle baciarla, quando d’un tratto una freccia, lanciata da Harmalah Ibn-l-kàhil Al-asadiyy (che Iddio lo maledica), colpí la gola del neonato provocandone la morte.

Husseyn (as) disse allora a Zainab: “Prendi questo bambino”. Mise la mano sotto la gola sanguinante del bambino e quando questa si colmava di sangue, gettava questo sangue in aria dicendo: “Facile è per me sopportare queste disgrazie, poiché tutto ciò è per Dio ed Egli vede”

L’Imam al-Baqer afferma che di tutto il sangue che Husseyn (as) sparse, nemmeno una goccia ricadde a terra.

Il martirio di Abbas

Si narra che la sete mise Husseyn (as) seriamente in difficoltà. Il puro Imam (as) e il suo fedelissimo fratello Abbas raggiunsero le acque del vicino Eufrate. Gli uomini d’Umar Ibn Sa´d presero però subito le adeguate contromisure e riuscirono a fermarli. Uno degli uomini della tribú dei Bani Darim scagliò una freccia che si conficcò nella mascella inferiore dell’Imam.

Questi estrasse la freccia, riempí la mano del suo sangue, lo sparse e disse: “O Dio, io denuncio a Te le ingiustizie che questa gente compie ai danni del figlio della figlia del Tuo Profeta ”. L’armata nemica riuscí quindi a separare Husseyn (as) da Abbas, il quale rimase cosí totalmente circondato dai perfidi uomini d’Umar Ibn Sa´d, che senza pietà lo uccisero. Husseyn (as) pianse molto per il suo martirio.

A tal proposito un poeta dice: “I piú degni a piangere sono quelli che hanno fatto piangere Husseyn uccidendo su fratello, il figlio di suo padre, Abu-l-fazl, colui che, senza farsi fermare da nulla, lo ha fedelmente accompagnato; colui che arrivò pieno di sete alla riva dell’Eufrate e, ricordando la sete di Husseyn, rinunciò a dissetarsi”.

 

 

 

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