IQNA

Patrizia Zahra Landi ci racconta la sua esperienza nell’ Islam

19:28 - September 07, 2015
Notizie ID: 3360204
Tehran (Iqna) - Patriza Zahra parla della sua conversione all’Islam e della vita di una musulmana in Italia


Bismillahi ar-rahmani ar-rahim

Parlare della mia conversione, di cosa mi ha portato ad accettare e abbracciare l’Islam non è molto facile, sia perché ormai sono passati tanti anni e ho quasi l’impressione di essere sempre stata musulmana, sia perché sono comunque sensazioni e sentimenti che fanno parte della sfera intima di una persona e non sempre si riesce a trasmettere ciò che si pensa. Inoltre riassumere in poche righe tutto un percorso che dura ormai da diversi anni, oserei dire da una vita, non è semplice. Pur essendomi convertita tanto tempo fa, il mio cammino verso l’Islam e il mio tentativo di avvicinarmi sempre più ad Allah (SWT) continua tuttora, c’è sempre da imparare cose nuove, da leggere, da approfondire, questo perché dobbiamo essere pronti e preparare il terreno per la venuta del Mahdi (AJ), colui che insha’Allah porterà giustizia su tutta la terra.

Premetto che fino verso i 14-15 anni sono stata una convinta cattolica praticante, la religione rappresentava una parte molto importante della mia vita. Andavo a Messa regolarmente tutte le domeniche e spesso anche gli altri giorni della settimana, mi accostavo ai sacramenti come la confessione e la comunione. Poi, come molti giovani, ho iniziato a pormi delle domande sulla religione, su Dio, sulla Chiesa cattolica, il Vangelo e così via. Vi erano degli aspetti difficili da comprendere ed accettare, a titolo d’esempio posso citare il dogma della Trinità in ambito dottrinale o il fatto che la Chiesa non permettesse il divorzio nell’ambito pratico della vita. Io ero alla ricerca di un’ideologia, di una religione logica che potesse soddisfare e rispondere ad ogni aspetto della mia vita sia spirituale che pratico. In questa mia ricerca rimanevano comunque sempre dei punti fermi come la figura di Gesù Cristo, il nobile Isa (A), il valore della famiglia come base della società, il rispetto della vita umana anche prima di venire al mondo e così via. Lessi i Vangeli, una parte della Bibbia e relative spiegazioni, ma nulla mi convinceva del tutto, era come se mancasse qualcosa. Per un certo periodo m’interessai anche di politica, ma anche lì non trovai le risposte che cercavo: alcune ideologie erano positive per certi versi, altre per altri aspetti, nessuna però mi soddisfaceva in modo completo. Invece non ho mai provato interesse per le sette di nessun tipo e nemmeno per le filosofie orientali; continuavo così la mia vita sperando di trovare un giorno la verità.

L’Islam non lo conoscevo a parte quei pochi insegnamenti che si ricevono a scuola e che, soprattutto ai miei tempi, presentavano una visione molto distorta della religione islamica e del suo Profeta (S).

Ebbi poi modo di leggere della letteratura sulla religione islamica, per certi aspetti mi sembrava di aver trovato ciò che stavo cercando, commisi però due errori che ritardarono la mia comprensione dell’Islam: uno fu quello di leggere un Corano tradotto e commentato da occidentali e il secondo mio errore fu quello di verificare se davvero i musulmani praticassero la loro religione fedelmente. Per quanto riguarda il Corano, quando ebbi modo di fare un viaggio in Iran, mi fu regalato un Corano con la traduzione in inglese curata però da musulmani e quindi compresi che il messaggio in esso contenuto era ben diverso da quello veicolato da pseudo-orientalisti occidentali; per quanto riguarda il fatto che non tutti i musulmani seguono le norme religiose islamiche, ho poi compreso che nessuno di noi esseri umani è perfetto, bisogna guardare a quello che dice una religione, non a quello che fanno i suoi adepti. Nel leggere la traduzione, o meglio la parafrasi del sacro Corano regalatomi in Iran, sentivo che avevo trovato ciò che stavo cercando; fu una sensazione istintiva, mi tornavano in mente la Bibbia e il Vangelo e dentro di me avevo la certezza che anche questa era parola di Dio; inoltre si parlava con grande rispetto della figura di Gesù Cristo a me tanto cara. Ho poi capito che l’Islam non è una religione distaccata o completamente diversa da quella cristiana o ebraica, ma ne è il completamento, è la conclusione logica delle due religioni abramitiche precedenti. Bene, ora che avevo trovato ciò che cercavo, non bastava più l’istinto, dovevo anche approfondire e praticare ciò in cui credevo, anche se vi erano aspetti che facevo fatica ad accettare poiché non ne capivo la filosofia. Coincidenza, o meglio volontà di Dio, volle che trovassi un’amica molto pia e paziente che m’illuminò su quelli che erano i miei dubbi, le mie perplessità. Una volta che tutto mi fu chiaro, iniziai a praticare l’Islam, non avevo voluto farlo prima perché non mi sembrava giusto accettare e praticare solo ciò che era facile e rifiutare ciò che ai miei occhi sembrava difficile o senza senso.

Alcuni mi chiedono perché io abbia scelto la scuola sciita, ebbene anche qui all’inizio è stata una cosa istintiva. Leggendo il Nahjul Balagha, che è una raccolta dei sermoni, delle lettere e dei detti dell’Imam Alì (A), ho avuto la sensazione che solo un individuo dotato di tale sapienza potesse essere il degno successore del Profeta di Allah (S). Poi ovviamente non mi sono fermata a questa sensazione, ho iniziato ad approfondire la filosofia sciita, gli insegnamenti dell’Ahlul Bayt (A), che altro non sono che gli insegnamenti del Profeta (S) e del nostro Creatore. Gli insegnamenti dell’Ahlul Bayt (A) sono una ricchezza che completa la pura religione islamica. Quando si studiano le biografie dei puri Imam o della nobile Fatima Zahra (pace su tutti loro), dai loro comportamenti si evince l’amore per Dio, il fare ogni cosa per Dio, il sacrificarsi per gli altri o per delle giuste cause; tutti insegnamenti che non si discostano dall’amore per il prossimo che s’insegna nel cristianesimo.

Dell’Islam mi è piaciuta molto la visione che ha della donna. Nell’Islam la donna è libera di essere ciò che meglio crede: una brava figlia come lo è stata Fatima Zahra (A) che, quando venne a mancare la nobile Khadija (A), si occupò personalmente del padre, una volta addirittura pulendogli dal viso gli escrementi di cammello gettatigli da un miscredente. La donna può essere una buona moglie come Khadija o come Fatima Zahra che non ha mai dato a suo marito occasione per dispiacersi di lei. Una donna può essere politicamente impegnata come lo fu Zaynab (A), che affrontò il tiranno Yazid o come Fatima Zahra che difese il diritto usurpato di suo marito. Una donna può intraprendere attività commerciali come fece Khadija, può essere un’ambasciatrice come Fatima Zahra durante la Mubahila. Possiamo essere tutto ciò che vogliamo, naturalmente proteggendo sempre con l’hijab la nostra dignità e senza dimenticare il nostro ruolo principale e la responsabilità che abbiamo nell’educare sulla retta via le generazioni future, affinché anche loro possano continuare a trasmettere il messaggio dell’Islam e prepararsi per l’avvento del Mahdi (AJ), insha’Allah.

Walhamdullilahi rabbil ‘alamin

Patrizia Zahra Landi

tag: italia ، iran ، islam ، allah ، conversione
captcha